LE SCUOLE AUTOREGGENTI
da Notizie Sindacali – ANNO V NUMERO 4 – OTTOBRE / NOVEMBRE / DICEMBRE 2022
Qualsiasi cittadino che per sua disgrazia si ritrovi ad avere bisogno dell’amministrazione scolastica per un problema di iscrizioni, stipendio, pensione, punteggio in graduatoria, si sentirà come la particella di sodio dell’acqua minerale di una celebre pubblicità di qualche tempo fa.
Telefoni che squillano a vuoto, email che finiscono nel buco nero del web e, per chi si avventura nei meandri degli Uffici Scolastici o quel che ne resta, l’impressione di essere i cosplayer di Asterix o Obelix nella dodicesima fatica di un loro celebre cartone animato, quella in cui i due galli affrontano il terribile mostro della burocrazia disfunzionale.
Chi conosce a fondo questo mondo, perché con gli uffici si confronta quotidianamente, sa bene, tuttavia, che la causa di questi problemi non sono gli impiegati fannulloni, l’assenteismo o l’incapacità dei dirigenti (tutti fenomeni possibili, talvolta riscontrabili ma, per fortuna, molto rari), bensì l’azione del piranha legislativo che negli ultimi decenni ha letteralmente spolpato l’amministrazione scolastica, lasciandone solo la carcassa.
Al suo posto, il capolavoro dell’italianissima arte di arrangiarsi in salsa scolastica, la scuola autoreggente, come le calze in nylon. È un’improbabile polisautosufficiente. Il suo basileus è in perenne lotta con le altre poleis, anche se spesso ne governa più di una perché, purtroppo, la sua è una carica concorsuale e i concorsi li dovrebbe organizzare la carcassa di cui sopra.
Gli aiutanti del basileus, soprattutto, sono pochissimi e sono spesso precipitati dagli anditi delle scuole ai misteriosi labirinti del SIDI e del PASSWEB senza alcuna iniziazione e tantomeno formazione.
In tante di queste scuole ci sono, per nostra fortuna, altrettanti Wolf che risolvono, gratis, i problemi.
Ma la magia non può funzionare sempre e così le nostre sedi sono subissate di giuste proteste per ricostruzioni e progressioni di carriera mai viste, punteggi in graduatoria attribuiti con grande creatività, pratiche pensionistiche finite nel limbo, stipendi sbagliati e altre edificanti storie di malaburocrazia.
E se tornassimo ai cari vecchi Provveditorati di una volta?
Gianfranco Meloni